Giuseppe Ramacci ( Peppe de Malletta ) , originario di Gubbio, si trasferisce per lavorare come muratore negli anni '50 a Roma  con la moglie Elvira, dove apre una rivendita di materiali edili che  fa, negli anni del boom edilizio, la sua fortuna. Senza mai perdere i legami con la sua terra d'origine , acquista ogni volta che può, appezzamenti di terreno  ed una casa che diventano il suo punto di riferimento nel territorio di Gubbio. 
Eredita una parte di un piccolo vigneto , un uliveto e qualche altra striscia di terreno e, nel  1967 riesce ad acquistare dopo aver chiuso le attività a Roma un podere in località Madonna di Montecchi, al suo interno due casali ed una piccola Chiesa, ancora oggi proprietà del Comune con l'omonima edicola dedicata alla venerata Madonna. 
Per tanti anni i terreni intorno sono stati lavorati con passione e metodi antichi fino a quando il nipote Francesco non ha intrapreso una strada diversa , mixando le sue esperienze di vita, la sua fantasia e la sua idea di nuove possibilità verso una visione di Azienda diversa da quella iniziale . 
L'amore per questa terra, il senso profondo di appartenenza a questi valori ed a queste radici, lo hanno portato ad immaginare tutto quello che oggi si realizza piano piano su quei terreni. 
L'importanza di passare il testimone ai figli Giorgio e Gaia, accelera questo meraviglioso ed incredibile progetto di tradizioni, natura e sogno che ha dato vita a tutto questo . 
Da bambino il nonno Giuseppe diceva al piccolo Francesco una frase in dialetto che è rimasta impressa nella sua memoria " Te si n'apo che n'arvà al buzzo " ( "tu sei un'ape che non torna all'alveare ma che vola libera sui campi" potrebbe esserne la traduzione ) .
 Quell'ape è tornata all'alveare finalmente dopo tanto girare.